I tritatutto forniscono un utile supporto in cucina, soprattutto nei confronti di coloro che si trovano impegnati a lavorare per molto tempo durante il giorno e dispongono di poco tempo da spendere in cucina. In quanto questi oggetti permettono di compiere in breve tempo diverse tipologie di lavorazioni su una vasta gamma di alimenti. In commercio si possono trovare differenti generi di tritatutto, dai modelli più semplici a quelli che si definiscono multifunzione, caratterizzati dalla possibilità di compiere numerose modalità di intervento. Si tratta generalmente di strumenti alquanto versatili. Che sono in grado di svolgere al meglio la riduzione di un’ampia varietà di pietanze. Esistono, tuttavia, una serie di modelli congegnati per intervenire più efficacemente nei riguardi di specifiche materie.
Un’altra caratteristica che identifica i prodotti in esame è la potenza del motore. Solitamente sono dotati di un propulsore di circa quattrocento watt, ma si possono trovare dei tritatutto molto più potenti. Che riescono a raggiungere addirittura mille watt. Va detto che un numero maggiore di watt non si deve ritenere sinonimo di qualità, ma solo una caratteristica del prodotto. Che lo predispone a svolgere più efficacemente determinate operazioni, come la frammentazione degli alimenti più duri. La maggiore potenza del motore si riscontra anche nelle versioni di tritatutto più complesse, concepite per svolgere diverse funzioni.
Le caratteristiche di un tritatutto
Gli oggetti in esame fondamentalmente sono costituiti di tre elementi:
- Il corpo macchina si trova nella maggior parte dei casi alla base della struttura, ma in certi casi è posizionato al di sopra o di fianco al recipiente. Al suo interno è inserito il motore elettrico. Mentre le pareti esterne di solito sono realizzate in plastica dura, in acciaio oppure in alluminio pressofuso.
- Il recipiente ha una forma cilindrica il più delle volte. Per realizzarlo le case produttrici ricorrono alla plastica dura. Ma nei tritatutto più potenti si preferisce farli in vetro. In quanto si tratta di un materiale più resistenti agli urti che possono generarsi quando si elaborano degli alimenti particolarmente duri. La loro capienza varia a seconda della tipologia. Spesso sono in grado di contenere più di mezzo litro di liquidi e circa trecento grammi di materie solide.
- Le lame sono poste alla base del contenitore. Nella maggior parte dei casi sono quattro, tuttavia, nei tritatutto di maggiore potenza se ne contano sei, disposte su diversi livelli, allo scopo di garantire un’azione più incisiva. Sono fatte di acciaio inossidabile. A volte si presentano con dei rivestimenti in titanio.
Per quanto riguarda i tritatutto multifunzione sono più complessi. In quanto il corpo macchina è predisposto a ricevere l’ingresso di diversi elementi. Alcuni nella parte superiore dispongono di un normale tritatutto. Mentre di fianco è presente un tritacarne oppure una planetaria per impastare. Altri invece dispongono di una serie di accessori. Che si possono inserire al posto delle lame, allo scopo di svolgere diversi generi di operazioni su specifici ingredienti.
I tritatutto per elaborare gli alimenti più duri
Tra gli alimenti più duri da elaborare se ne possono riscontrare diversi generi. La loro particolare consistenza è dovuta principalmente al fatto che al loro interno si trova un quantitativo di liquidi assai contenuto e di conseguenza risultano di una consistenza assai difficile da scomporre. Ci si riferisce in particolare alla frutta essiccata, al formaggio stagionato, ai chicchi di caffè, alle erbe aromatiche, alle mandorle e soprattutto al pane secco. Il tritatutto nei loro confronti opera un’azione di frammentazione, ma nel caso si lasciasse agire con più incisività sarebbe in grado di ottenere la loro polverizzazione. Ovviamente, a seconda delle esigenze che si hanno, è possibile porre in essere un’attività più o meno consistente. Si ricorda che più tempo si trascorre con il tritatutto azionato maggiormente efficace risulta la lavorazione. A tal punto da rendere gli ingredienti in uno stato simile a quello della farina. Nei confronti del pane secco è possibile trasformarlo in pan grattato, qualora si ponessero in essere una serie di accorgimenti.
I modelli che più si prestano ad intervenire su questo genere di alimenti si caratterizzano per essere provvisti di un numero di watt rilevante. In quanto per ottenere dei risultati accettabili è necessario che l’azione delle lame sia intensa e conseguentemente più incisiva.
Spesso si tratta di versione a sei lame, che riescono a rendere il taglio rapido ed efficace. Mentre i recipienti sono in vetro, di modo tale da contenere gli elementi più duri in modo sicura: l’azione vorticosa delle lame può comportare che i movimenti all’interno del contenitore risultino alquanto violenti, per cui è necessario che il materiale con cui è fatto il contenitore risulti adeguatamente solido.
I migliori modelli di tritatutto per ridurre il pane secco
I modelli che maggiormente si prestano ad intervenire su questo generi di alimenti, come si è accennato in precedenza, si caratterizzano per risultare potenti. Altrimenti non riuscirebbero ad intervenire in modo significativo. Alcune versioni si avvalgono di dischi di taglio, opportunamente concepiti per realizzare questo genere di operazioni. Inoltre, offrono l’opportunità di scegliere diverse modalità di intervento. Nel senso che consentono di impostare una serie di velocità, calibrate al tipo di obbiettivo che si vuole conseguire. Quindi è possibile sbriciolare il pane secco oppure renderlo ancor più lavorato, a tal punto da risultare pan grattato. Ovviamente queste tipologie di tritatutto si ritengono adatte per compiere delle elaborazioni efficaci nei confronti di ogni genere di ingrediente secco. Di solito si tratta di oggetti estremamente evoluti, che riescono ad ostentare una notevole versatilità.
Per fare il pan grattato nel migliore dei modi, senza avere a disposizione del pane adeguatamente secco, occorre ridurlo in piccoli cubetti per poi inserito all’interno di un forno (ad una temperatura di circa cento gradi). A seconda del grado di umidità del pane occorre lasciarlo per più o meno tempo all’interno dell forno. Di solito bastano circa dieci minuti per renderlo adeguatamente secco. Si ricorda che è importante renderlo duro. Qualora si presentasse anche solo leggermente umido si avrebbe un risultato scandente. In conclusione, prima di inserirlo all’interno del recipiente del tritatutto è necessario lasciarlo freddare.